Ne parliamo con il dottor Livio Pagliani, Medico Chirurgo Specialista in Oftalmologia, che applica una tecnica efficace e senza controindicazioni
La cataratta è una patologia dell’occhio di cui si sente parlare spesso e che è notoriamente associata alla terza età. L’insorgenza di questa patologia è più frequente nei pazienti affetti da malattie metaboliche e in coloro che hanno la fortuna di vivere a lungo. Gli esperti la definiscono, infatti, una normale evoluzione del nostro progredire con gli anni; non esiste una reale e precisa fase di insorgenza, ma è necessario controllarsi continariamente per farsi accompagnare alla diagnosi. In cosa consiste esattamente? Ne parliamo con il dott. Livio Pagliani, Medico Chirurgo Specialista in Oftalmologia. “La cataratta – ci spiega – consiste nell’opacizzazione del cristallino naturale all’interno dell’occhio, causato dall’accumulo progressivo delle proteine che avviene con il passare del tempo. Con l’avanzare di questo processo, il cristallino opacizzato riduce la quantità di luce che passa all’interno degli occhi e la visione diventa annebbiata” spiega il medico e prosegue: “Attualmente l’intervento chirurgico per cataratta è quello più diffuso nel mondo; in Italia fino al 2019 si potevano contare circa 650 mila interventi chirurgici per cataratta all’anno”. Il tipo di intervento che il dott. Pagliani esegue è prevalentemente effettuato in anestesia topica, ossia con le gocce. “La tecnica da me utilizzata è la “faco-chop bimanuale” – precisa il medico- . Tecnica estremamente precisa e veloce che è stata ulteriormente affinata anche dal mio attuale supporto tecnologico, fornito dalla Johnson & Johnson Vision. Dopo una fase pre-operatoria molto importante, il paziente viene accompagnato in sala operatoria. L’intervento consiste nel praticare piccoli tunnel in cornea chiara (davanti e poco sopra l’iride), si entra nell’occhio e si aspira il contenuto del cristallino “sporco” e poi si inietta il cristallino artificiale che passa attraverso un odei due tunnel creati”. La metodica del dott.Pagliani è una delle più utilizzate oggi; il risultato dipende molto dalle condizioni cliniche pre-operatorie ma gioca un ruolo essenziale il tipo di materiale utilizzato, come sottolinea il dott.Pagliani: “Ai miei pazienti posso garantire che durante l’intervento chirurgico di cataratta, effettuabile con il Servizio Sanitario Nazionale, io impianto cristallini di qualità superiore rispetto a quanto possono fare gli ospedali e le case di cura convenzionate dell’Emilia Romagna. Inoltre l’intervento effettuato in SSN è garantito entro i 30 giorni dalla visita in studio. Di questi tempi non è poco!”. Il Dott. Pagliani rassicura anche su altri aspetti dell’intervento: “Per la tecnica che eseguo non esistono controindicazioni – dice -. E’ fondamentale, in alcuni casi, essere “veloci”, mediamente impiego 5 minuti. E’ importante la precisione, non lasciarsi andare alla faciloneria, non banalizzare l’intervento ed è fondamentale studiare bene l’occhio da operare, capirlo per evitare di dover affrontare complicanze in sala operatoria”. Per quanto riguarda il post-operatorio, un decalogo, incluso nella lettera di dimissione post-intervento, indica al paziente cosa è consigliato fare o evitare per un recupero ottimale. In generale, il tempo di recupero dipende da vari fattori: complessità dell’intervento, tempo di esposizione all’intervento, presenza di comorbidità, età del paziente.